Preoccupazione e Ansia: al di là dei rimedi farmacologi e lo Yogaterapia
Tutte le ricerche dimostrano che noi siamo troppo preoccupati, troppo stressati e troppo ansiosi; ovviamente la pandemia COVID ha incrementato del 20% l’utilizzo di psicofarmaci rispetto al periodo pre lock down nazionale cosi che il 40% degli italiani ha sintomi della sfera ansiosa con preoccupazioni che determinano agitazione panico irrequietezza e umorale depressiva.
L’argomento di oggi è il tema dell’ansia e le possibili terapie oltre la farmacologica nello specifico lo YOGATERAPIA.
La preoccupazione è la base dell’ansia.
Il DSM V definisce l’ansia: “Preoccupazione sulla verificabilità di un evento futuro”
Cos’è la preoccupazione?
Preoccupazione etimologia della parola: occuparsi prima, prevenire.
Quindi a piccole dosi la preoccupazione ha una funzione importante nella nostra vita.
Studi fatti all’Harvard Medical School una delle scuole di medicina più prestigiose al mondo ha evidenziato che ogni volta che noi pensiamo a una situazione che ci riguarda che sia insicura o spiacevole il ns cervello entra in una fase di attivazione coinvolgendo strutture cerebrali molto complesse come l’area dell’insula amigdala e corteccia cerebrale il SNA e attraverso questo il corpo. Quindi mente corpo e cervello sono strettamente collegate
Se l’attivazione di queste strutture è solo fisiologica la preoccupazione porta alla pianificazione del problema che porta a soluzioni se è patologica porta al pensiero ossessivo, una fissazione perché si fissa solo sulla preoccupazione di ciò che è accaduto.
Questa situazione porta a un incremento dell’attività del SNA scatenando tutti i sintomi d’ansia conosciuti a livello mondiale: tachicardia, paura della quotidianità, capogiri, mancanza d’aria, insonnia, l’ansia di vivere.
Definizione di attivazione fisiologica da una patologica?
L’attivazione fisiologica avviene quando accetto con dispiacere, tristezza e ansia quello che la vita mi ha presentato e attraverso una fase, limitata nel tempo e nello spazio (cioè non investe tutta la mia vita) di sofferenza arrivo ad una soluzione. Di solito ha la durata di 6 mesi
L’attivazione patologica è quando non c’è accettazione dell’evento accaduto e l’evento accaduto diventa per me fonte di rabbia frustrazione e dolore che investe tuti i campi della mia vita in modo pervasivo diventando una fissazione ossessiva.
La base è l’accettazione che non significa mettersi in una posizione passiva anzi l’accettazione è una posizione completamente attiva perché porta alla pianificazione e alla soluzione
Come si fa a non fissarsi sul problema e mantenere la pianificazione?
Quando si è assaliti da un problema bisogna mettersi subito nella posizione di compiere un’azione costruttiva verso il problema stesso che significa avere la disponibilità:
- di accettare il problema,
- di essere disponibili al cambiamento che la vita in quel momento ci propone
- ricordarsi sempre che noi siamo di “natura impermanente” cioè che non permane così come l’abbiamo voluto e pensato noi ma tutto è in trasformazione.
- bisogna esercitare la resilienza.
Cosa significa la resilienza in campo della psiche?
Il termine resilienza deriva dalla fisica dei materiali ed è la capacità di resistere a forze dinamiche ovvero urti, assorbendo energia con deformazioni elastiche plastiche e una volta finito l’urto ritorna com’era.
Noi, che non siamo materiale inerme, una volta finito lo stress ci ritroviamo cambiati e più strutturati.
Cosa suggerisce lei medico psichiatra per aumentare la resilienza e diminuire le preoccupazioni?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO,2011) ha stimato che ansia e depressione determinano la più alta comparsa di comorbilità con disturbi cardiovascolari, diabete asma e artriti, (Maussavi et al. 2007) e circa il 3% della popolazione Europea soffre di insonnia incormorbilità con fatica cronica, irritabilità, umore basso, e difficolta interpersonali (Muol et al. 2002).
Sul Frontiers in Psychiatry nel Gennaio 2013 è stata pubblicata un revisione di 100 e più studi sugli effetti positivi della disciplina dello Yoga. Il Dr. P. Murali Doraiswamy, professore di Psichiatria alla Duke University, Medical Center, US, responsabile della ricerca di revisione sostiene che: … non solo lo Yoga aiuta a migliorare i sintomi ma ha anche un ruolo nella prevenzione dello Stress correlato ai sintomi mentali.
Nella review sono state mostrate evidenze dall’utilizzo di biomarkers che lo Yoga agisce sul S.N.C. in modo similare agli antidepressivi e alla psicoterapia. Uno degli studi analizzati ha mostrato che le Asana il Pranayama e la Meditazione, elementi che costituiscono la disciplina dello Yoga, influenzano i neurotrasmettitori, i meccanismi di infiammatori, lo stress ossidativo delle cellule.
Yoga Terapia e disturbi dello spettro ansioso e dell’umore
Con l’arrivo delle tecniche di Neuroimagin e con le nuove scoperte legate alla plasticità Neuronale si è dimostrata la valenza scientifica e l’efficacia delle pratovhe di yogaterapia e meditazione.
La Dottoressa Sara Lazar della Boston University ha evidenziato che la Meditazione rinforza le aree del cervello responsabili di apprendimento, logica e stabilità emotiva.
Come avviene una seduta di yogaterapia?
La Dott.ssa Doria di solito incontra il paziente per dei colloqui per comprendere i conflitti interni che gli/le creano ansia irrequietezza difficoltà a restare concentrato e attento poi inizio gli incontri di yogaterapia finalizzati ad aumentare gli spazi fisici e mentali con focalizzazione sulla tecnica yogica del pranayama per lasciare il pensiero libero di fluire nelle possibili soluzioni e l’energia fisica libera di fluire senza blocchi nel corpo attraverso il respiro
Le posture dello yoga terapia nelle sedute aprono gli spazi del corpo e della mente e la rende capace di accettare il cambiamento e rende il copro più flessibile ed elastico aspetti importanti nella gestione fisica dell’ansia; inoltre l’insegnare la respirazione yogica aiuta la persona ad essere presente sempre a se stessa con un percezione di sé di unità.
Dott.ssa Stefania Doria, medico psichiatra, agopuntore e insegnante di Yoga