La stipsi è uno dei disturbi funzionali che l’Osteopatia è in grado di trattare con successo.
STITICHEZZA: SINTOMI E RIMEDI
La stipsi è un disturbo dovuto a un ritardo anomalo nel transito intestinale che produce un considerevole grado di sofferenza individuale ed effetti negativi sulle relazioni sociali e lavorative della persona che ne è affetta.
Il suo inquadramento non è sempre semplice, in quanto la stipsi si associa frequentemente ad altre condizioni e molto spesso i soggetti affetti dal problema cercano di risolverlo in maniera autonoma, non trovando però soluzione. È un disturbo piuttosto comune che interessa circa il 14% della popolazione, con una maggior incidenza nel sesso femminile. Le donne sono più colpite soprattutto a causa di fattori anatomici e funzionali, come ad esempio i cambiamenti ormonali (ne sono affette specialmente in gravidanza).
La stipsi è molto presente anche nella popolazione anziana, con un’alta percentuale nelle persone ospiti di istituzioni di ricovero. È inoltre un disturbo che si ritrova frequentemente nei bambini. Bisogna però tenere presente che sono ancora molte le persone che si considerano affette da stipsi, senza manifestare i sintomi caratterizzanti il problema: è infatti tutt’oggi predominante la credenza che sia necessario evacuare una volta al giorno. Inoltre, solo una parte dei pazienti che si ritengono stitici si rivolge al medico per risolvere il problema, ne consegue quindi un uso improprio di lassativi.
STITICHEZZA ACUTA VS CRONICA:
La stitichezza acuta è un disturbo temporaneo che può essere secondario, ad esempio, ad interventi chirurgici, che obbligano all’immobilizzazione forzata, a malattie acute, all’uso prolungato di alcuni farmaci o anche, semplicemente, ad un lungo viaggio con conseguente cambio di alimentazione, abitudini e clima. In questi casi, una volta superato il momento contingente, la stitichezza si risolve solitamente in breve tempo.
Si può parlare invece di stipsi cronica quando questo disturbo è presente da almeno 3 mesi e le evacuazioni sono meno di tre a settimana. Inoltre, fra gli elementi più comuni di questa problematica rientrano: feci solide, difficoltà di espulsione o sensazione di evacuazione incompleta, necessità di utilizzare lassativi ed assenza di diagnosi di sindrome del colon irritabile.
I soggetti affetti da stipsi possono presentare anche patologie anorettali, come emorroidi, ragadi anali, prolasso rettale, che potrebbero dipendere dall’eccessivo sforzo compiuto durante l’evacuazione delle feci e può essere secondario a una disfunzione del pavimento pelvico.
CAUSE DI STIPSI CRONICA:
Le cause di stipsi sono molteplici:
- cause organiche (malattie sistemiche, tumore del colon, alterazioni metaboliche, patologie del sistema nervoso centrale..).
- cause funzionali (stipsi da rallentato transito, disfunzione del pavimento pelvico)
- abitudini alimentari scorrette
- utilizzo di alcuni farmaci
- scarsa attività fisica
- particolari condizioni di vita e di lavoro, che, a volte, non permettono una risposta immediata allo stimolo della defecazione
- ansia, stress.. che l’organismo somatizza a livello viscerale.
TRATTAMENTO
Prima di effettuare un qualsiasi trattamento per la stitichezza bisognerà rivolgersi ad uno specialista gastroenterologo per indagare se vi siano patologie o condizioni organiche alla base. Se queste problematiche vengono escluse, si può agire sull’aspetto funzionale, iniziando con una modificazione dello stile di vita.
L’alimentazione è uno dei primi fattori da modificare per combattere la stitichezza. Solitamente è indicato consumare i pasti senza fretta e soprattutto a intervalli regolari, evitando di saltare un pasto importante, come la colazione. E’ bene però affidarsi a un professionista che potrà dare indicazioni precise sull’introduzione di liquidi, fibre e fermenti lattici nella dieta.
In secondo luogo, è necessario incrementare l’attività fisica: essa migliora il tono muscolare, facilitando così la peristalsi intestinale. La tonicità dei muscoli addominali e perineali favorisce infatti l’aumento della pressione intra-addominale durante la defecazione. La sedentarietà, al contrario, comporta un indebolimento ed una perdita di funzionalità del diaframma e dei muscoli che costituiscono la parete addominale, impedendo un aumento pressorio adeguato all’attività defecatoria.
Può essere utile ritualizzare il momento della defecazione, preferendo un momento preciso della giornata, come dopo il risveglio o dopo i pasti (quando l’attività colica è maggiore), per evitare di dover trattenere le feci durante la giornata (le feci, rimanendo più a lungo nell’intestino, divengono più dure, rendendo l’evacuazione più difficile e talora dolorosa).
È inoltre fondamentale che sia il medico a scegliere il tipo giusto e la modalità di assunzione del lassativo, per evitarne un uso scorretto. Infine, un altro aspetto spesso determinante in questo disturbo è quello psicologico: stress, ansia, paura ed aggressività repressa sono infatti in grado di alterare la motilità gastrica ed intestinale.
TERAPIE MANUALI: DRENAGGIO LINFATICO MANUALE e OSTEOPATIA
Un ulteriore valido aiuto per il trattamento delle stipsi funzionali può essere fornito dal Linfodrenaggio manuale oppure dall’Osteopatia.
DRENAGGIO LINFATICO MANUALE
Questo tipo di massaggio, detto anche Linfodrenaggio, tratta le zone interessate segmentariamente avvalendosi di manovre avvolgenti e leggere. Il trattamento dell’addome con il Drenaggio Linfatico Manuale è basato sulla rieducazione della motilità peristaltica della muscolatura del colon. Per questo le manovre vengono eseguite con un ritmo lento e armonico che rispetta i tempi di contrazione delle unità funzionali del sistema linfatico.
Il linfodrenaggio manuale agisce sul Sistema Nervoso Autonomo abbassando il tono del Sistema Nervoso Simpatico (che si attiva in reazione a segnali di pericolo, provocando una reazione di attacco o fuga) e alzando quello del Sistema Parasimpatico (che interviene nel controllo delle funzioni di organi e apparati e favorisce uno stato di rilassamento), riducendo così lo stress fisiologico e riportando il corpo in omeostasi.
L’attività aumentata del Sistema Nervoso Parasimpatico promuove inoltre il rilassamento degli sfinteri intestinali e accelera la peristalsi, migliorando la stipsi funzionale. Infine, il linfodrenaggio favorisce il drenaggio dei liquidi, delle scorie e delle tossine accumulati nel tessuto connettivo, migliorando gli scambi metabolici. Si ottiene così l’effetto di svuotamento del tessuto.
OSTEOPATIA
L’osteopatia è una disciplina olistica che mira all’individuazione delle cause alla base della comparsa del sintomo (in questo caso la stitichezza) con l’obiettivo di ripristinare l’equilibrio globale del corpo. Tale approccio integrato richiede l’analisi delle relazioni strutturali tra i visceri e le loro connessioni fasciali e legamentose con il sistema muscolo-scheletrico.
La stipsi è uno dei disturbi funzionali che l’Osteopatia è in grado di trattare con successo. Verrà eseguita innanzitutto un’anamnesi iniziale volta a determinare le origini della stitichezza, per poi andare a valutare, attraverso la palpazione, i seguenti fattori:
- presenza di cicatrici pregresse o aderenze post operatorie (appendicectomia)
- funzionalità degli angoli del colon (cieco, flessura epatica, flessura splenica, colon sigmoide), che sono zone di ridotta circolazione
- funzionalità di reni e fegato, in comunicazione con il colon tramite i loro mezzi di connessione
- presenza di iper o ipo-stimolazione nervosa della peristalsi
- presenza di fissazioni strutturali associate (tratto lombare, ossa iliache, osso sacro)
- sinergia di movimento tra diaframma toracico e diaframma pelvico
Una volta individuate le strutture in disfunzione, l’osteopata andrà ad agire su quelle percepite come primarie, avvalendosi prevalentemente di manipolazioni viscerali o fasciali, che richiedono l’applicazione di una forza manuale leggera e precisa per ridurre le restrizioni presenti nella zona trattata. Il trattamento può interessare anche il bacino, dove passa il colon, o le vertebre lombari, dalle quali partono le connessioni nervose con i visceri.
In questo caso potranno essere effettuate delle manipolazioni strutturali di vario genere. Infine, un’attenzione particolare dovrà essere dedicata al muscolo diaframma, motore principale di tutto l’addome. Il diaframma toracico (in rosso nell’immagine) è noto come il più importante muscolo inspiratorio: durante l’inspirazione si contrae abbassandosi, determinando l’espansione della cavità toracica e dei polmoni necessaria al richiamo d’aria nelle vie aeree. Al contrario, durante l’espirazione tende a ritornare a risalire passivamente.
Il diaframma svolge anche altre importanti funzioni:
- contribuisce alla stabilizzazione del tronco
- con il suo movimento massaggia i visceri addominali, migliorando la funzione digestiva e la defecazione
- svolge una funzione di pompaggio essenziale per la circolazione di ritorno, sia sanguigna che linfatica, grazie all’alternanza di pressione e depressione che esercita sul versante toracico e quello addominale
Ogni contrazione del diaframma toracico provoca un’iperpressione intra-addominale che pesa sul pavimento pelvico facendolo scendere verso il basso, mentre ogni espirazione determina una depressione che lo fa tornare al punto di partenza. Sarà opportuno quindi valutare, e eventualmente trattare, anche il pavimento pelvico, che dovrà essere mobile e in sinergia con il diaframma toracico. Infine possono essere consigliati degli esercizi di respirazione, per ripristinare la corretta mobilità dei diaframmi, o di mobilizzazione articolare, per agire sulle strutture che hanno a che fare con diaframma e intestino, al fine di prolungare gli effetti del trattamento.
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